Negli ultimi anni si è parlato ovunque di topic cluster. A un certo punto sembrava la ricetta magica per scalare la SERP. Per capire se funzionano davvero, però, conviene guardare ai dati e non ai post motivazionali su LinkedIn. A dare una risposta concreta ci ha pensato una ricerca pubblicata sul Journal of Computational Analysis and Applications. Lo studio, firmato da Madhulika Singh e Satender Kumar della Quantum University (nell’Uttarakhand, in India), analizza l’impatto del clustering di contenuti e immagini su un sito educativo destinato a studenti della primaria.
I ricercatori hanno riorganizzato decine di pagine di Mobotoy.com in tre grandi cluster tematici (hindi, inglese e matematica), creato pillar page solide, ottimizzato i collegamenti interni e fatto un lavoro chirurgico sulla ricerca delle immagini, tramite alt text, ImageObject schema, sitemap dedicata. Poi hanno monitorato i risultati per 12 settimane usando Google Search Console, Google Analytics e Semrush .
I topic cluster funzionano: i dati
L’esperimento ha portato a miglioramenti netti su tutti i fronti:
- +145% traffico organico;
- +270% keyword in top 20;
- +8 punti di domain authority;
- -15,5% bounce rate;
- +89% durata media della sessione:
- +600% click dalle ricerca delle immagini.
In altre parole Google ha iniziato a prendere il sito sul serio. E gli utenti con lui.
Perché i cluster aumentano l’autorità
Il clustering da manuale si realizza con una pagina pillar che tratta un argomento principale in modo completo, più una moltitudine di pagine cluster che approfondiscono aspetti specifici dello stesso tema. Tutte devono essere collegate tra loro con link interni coerenti, in modo da dare ai motori di ricerca una mappa chiara della gerarchia informativa del sito e dei contesti in cui si muovono i contenuti.
Un cluster è dunque un modo per dire a Google che abbiamo studiato davvero quell’argomento. Di tutta risposta Big G riuscirà a:
- comprendere meglio la semantica del sito;
- identificare chi sono gli esperti in quel dominio;
- assegnare ranking migliori sulle query correlate;
- indicizzare tutto più velocemente grazie a percorsi di crawl ottimizzati.
Insomma, abbiamo l’ennesima conferma che sono passati i tempi in cui i backlink, da soli, davano autorevolezza al sito. Oggi più che mai dobbiamo spostare la discussione sulla profondità e sulla struttura del contenuto.
Anche le immagini fanno SEO
Nel caso di Mobotoy.com, ottimizzare le immagini è stato fondamentale. Parliamo di un sito per bambini pieno di worksheet, attività visive, schede scolastiche.
Il clustering visuale ha generato, secondo lo studio:
- +433% impression in Google Images;
- +350% immagini indicizzate;
- più click sulle schede didattiche.
L’immagine giusta, descritta bene, dentro il contesto giusto, porta utenti al sito. E ricordiamoci che Google adora i contenuti utili, soprattutto se visivamente espliciti.
User experience contro SEO
Chi scrive online non può non tenere conto dell’utente nel 2025. Il clustering è importante anche per questo motivo: il lettore che arriva su un cluster di contenuti non scappa subito. Trova un percorso con idee correlate e soluzioni. E anche in questo caso i dati ci aiutano a capire quanto le best practice abbiano fatto la differenza per le performance del sito:
- le pagine viste per sessione sono aumentate da 2,3 a 4,1;
- i visitatori sono tornati più spesso (+61%);
- i download di schede e materiali sono raddoppiati.
Quando un contenuto è organizzato bene, l’utente resta, esplora, si fida.
Quando i topic cluster non funzionano
Costruire cluster non significa però ribattezzare una categoria in pillar page o dire a Yoast SEO che quelli sono contenuti cornerstone. Né fare decine di contenuti simili con poche variazioni e linkare tutto a caso.
Inoltre i due studiosi hanno evidenziato alcune criticità che hanno rallentato i risultati attesi:
- sovrapposizioni tra contenuti simili;
- difficoltà nel categorizzare risorse multi-uso;
- indexing lenta su nuovi cluster (in questo caso si tratta solo di avere pazienza).
Si diventa più autorevoli per Google?
Ma torniamo alla domanda principale. Lo studio lo dimostra chiaramente che il clustering è una strategia scalabile, efficace e sostenibile, soprattutto nei siti editoriali con architetture complesse o grandi archivi di contenuti.
Google oggi premia chi sa rispondere alle intenzioni di ricerca con profondità, mostra padronanza di un argomento e crea percorsi chiari e coerenti. E i topic cluster aiutano esattamente a fare queste operazioni. E i topic cluster fanno esattamente questo. Quindi sì, il clustering, se fatto bene, aumenta l’autorità tematica di un sito per Google.
Per approfondire: Content Clustering for SEO: A Data-Driven Approach to Improve Visibility and Topic Authority pubblicato sul Journal of Computational Analysis and Applications (Volume 34, numero 8, 2025).

